Cervelletta e la Soprintendenza

Resoconto dell’incontro avvenuto presso gli Uffici della Soprintendenza Speciale di Roma al San Michele il 15 novembre 2024

Ad ottobre scorso l’Associazione Uniti per la Cervelletta ha chiesto alla dott.ssa Daniela Porro – della Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma – un incontro per avere notizie certe sulla Cervelletta e dell’impegno preso dalla SSABAP per il PNRR Caput Mundi, che già si sapeva in itinere. L’incontro, non del tutto scontato, si è svolto venerdì15 novembre, presso la sede del Ministero della Cultura al San Michele, con una delegazione di Uniti per la Cervelletta. Non era del tutto scontato che funzionari di una Soprintendenza, dipendenti dal Ministero della Cultura, potessero incontrarsi con dei cittadini. Comunque, la risposta c’è stata e siamo grati alla Soprintendente Porro per la gentilezza e la competenza con cui ci ha accolto e ci ha messo a disposizione funzionari dell’ufficio preposto, in primis l’architetta Maria Cristina Lapenna responsabile del territorio del IV Municipio.
Incontro lungo, dove l’architetta Lapenna ha risposto alle domande e alle nostre perplessità sull’iter dell’intervento di due milioni previsto dalla linea Caput Mundi del PNRR. La SSABAP, tra i propri compiti, oltre alle attività di tutela e di vigilanza del patrimonio culturale, provvede, infatti, all’approvazione dei progetti di restauro, e può intervenire direttamente su beni pubblici che hanno bisogno di interventi urgenti al fine della loro conservazione. La Cervelletta è senz’altro uno di questi casi.
Il dialogo con il Comune di Roma, proprietario del Casale della Cervelletta, è stato e rimane costante – ha tenuto a precisare l’architetta Lapenna – e per quanto riguarda la progettazione questa si è conclusa e si è in fase di chiusura del progetto esecutivo. È stato mappato il degrado dell’intera struttura, si sono valutate gli ambienti e valutate le possibilità e le modalità di messa in sicurezza. Alcune parti sono particolarmente precarie come le mura delle stalle che guardano verso la parte più alta della rupe e che rischiano di “spanciare”. Sono pertanto previsti, oltre alla copertura dei tetti (stalle comprese), consolidamenti degli edifici, della rupe ed alcuni incatenamenti. Tra gli interventi non è stata, purtroppo, prevista la messa in sicurezza della Torre, visto il recente intervento di cerchiatura eseguito nel 2021. È stata fatta una scelta, cioè investire su quello che era più ammalorato.
A seguire sono stati approfonditi altri due importanti aspetti: per la possibile rifunzionalizzazione, il riuso e l’auspicata frequentazione del Casale da parte dei cittadini. Su quest’ultimo aspetto, l’architetta Lapenna è stata netta: l’intervento fatto con i fondi del PNRR non sarà sufficiente per consentire una frequentazione anche se parziale e limitata del Casale gentilizio. La Torre è addossata al Casale da una parte ed incombe sul cortile e sull’entrata principale; per quanto messa in sicurezza ne cadono pezzi e le mura si sgretolano. Anche una semplice visita guidata non sarà possibile.
Certo uno stanziamento di 600.000 euro da parte del Comune permetterebbe di sanare la Torre e garantirne, in sicurezza, anche iniziative seppure limitate dell’area. Addirittura, questo intervento si potrebbe auspicare durante la permanenza del cantiere PNRR che si concluderà entro il 2026.
Quanto alle possibili rifunzionalizzazioni, l’architetta Lapenna dichiara che nulla è pervenuto alla Soprintendenza e le uniche ipotesi di cui si ha conoscenza sono quelle elaborate dagli studenti in un master della facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Se finiti i lavori di messa in sicurezza degli edifici, il Comune di Roma vorrà presentare un progetto di intervento nel Casale, se ne prenderà visione. Alla Soprintendenza spetta il compito di autorizzare le tipologie di utilizzo: queste devono essere sempre compatibili con il bene culturale e nel rispetto dell’esistente, come da legislazione vigente e nel rispetto del Codice dei Beni Culturali.
Sulla base di quanto appreso in questo incontro come su quanto ascoltato di mercoledì 13 novembre durante l’assemblea pubblica alla presenza dell’assessora Alfonsi, l’Associazione Uniti per la Cervelletta valuterà le iniziative da intraprendere perché il dialogo tra le Istituzioni interessate al recupero e al riuso del Casale della Cervelletta sia il più lineare e proficuo possibile per un restauro completo e compatibile per l’utilizzo pubblico.

Per certo, nel 2025 dovranno essere avviati i lavori di restauro: a coronamento dell’impegno di quanti hanno dedicato la loro vita alla salvaguardia del Casale della Cervelletta; tra tutti il compianto Domenico Pietrangeli.
L’anno del restauro sarà l’anno di Mimmo.

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