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Seppellite il mio cuore alla Cervelletta

Da lontano una folta chioma riccioluta era la caratteristica di Mimmo; ma parlando con lui, anche per pochi minuti, si coglievano i suoi caratteri umani: la disponibilità, la mitezza, la generosità.
Chi conosce la Cervelletta, il suo ambiente, il Casale, sicuramente ha conosciuto Domenico Pietrangeli; Mimmo Cervelletta, così veniva chiamato e lui era orgoglioso di questo secondo cognome acquisito. A buona ragione perché Mimmo ha dedicato gran parte del proprio tempo a salvaguardare, a promuovere e far vivere quella meraviglia. Non perdeva occasione per ricordarlo: “quando negli anni 80 sono venuto ad abitare qui a Colli Aniene- diceva sempre – mi sono innamorato di questo posto magico, del verde, dei colori, del profumo dei fiori.. “.
A Mimmo si deve la capacità di suscitare attenzione, di promuovere iniziative, di costruire battaglie in difesa dell’ambiente. A lui si deve la raccolta di firme per quella Legge Regionale di iniziativa popolare che, ben prima della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene, porterà alla Istituzione del Parco della Cervelletta. Alla sua determinazione, alla sua intelligenza ed empatia si deve la delibera del 2001 con la quale il Comune di Roma acquisiva al proprio patrimonio il Casale della Cervelletta.
Si potrebbero poi citare le tante e belle iniziative che “il Cervelletta” ha promosso e animato in quarant’anni di lotta per far diventare il Casale un posto bello, dove ritrovare socialità, impegno e allegria. Tra tutte vale la pena di ricordare la Biblioteca popolare con i suoi 4000 volumi e il museuccio della civiltà contadina: entrambe le strutture, per quanto malmesse e vandalizzate, sono ancora presenti all’interno del Casale. Ma forse il più grande merito di questo combattente è aver coinvolto interi quartieri e almeno tre generazioni; quando raccontava dell’iris o dell’usignolo, se ricordava la storia e le funzioni della torre medievale, coinvolgeva e affascinava. E il sogno di uno diventavano speranza e impegno collettivo. E grazie a Mimmo in tanti e per tanto tempo hanno chiesto, rivendicato, protestato, lottato perché quel Casale e quel Parco ricevessero le giuste attenzioni: messa in sicurezza, risanamento, riuso pubblico. La realtà (politica e burocratica) ha dato a Mimmo delusioni e dispiaceri e tante vuote promesse. Lui niente, pur lamentandosene, cocciuto andava avanti a raccontare le bellezze del parco, la varietà delle piante, i canti degli uccelli, la magia delle lucciole. In questi ultimi anni la torre è stata messa in sicurezza, il tetto del casale gentilizio è stato sistemato e a breve partiranno i lavori per il restauro conservativo dell’intera struttura; passi avanti che Mimmo apprezzava ma con uno fondo di smaliziato scetticismo.
Ma spingeva avanti, inseguendo il tempo che inesorabile passava sulla Cervelletta.
Questa forza, questa volontà, questo sogno collettivo è il testimone che Mimmo ci ha lasciato.
Il nostro impegno per la Cervelletta sarà l’affetto per Mimmo.